24 febbraio 2011 commemorazione della beatificazione di fra Giuseppe Desa

MEMORIA DELLA BEATIFICAZIONE DI SAN GIUSEPPE DA COPERTINO
(24 febbraio 2011)


Nel serafico “Santuario San Giuseppe da Copertino” si è svolta giovedì 24 febbraio u.s., alle ore 18:30, la commemorazione di Beatificazione di san Giuseppe da Copertino, avvenuta il 24 febbraio 1753.
Una numerosa folla di fedeli, tra cui il Sindaco avv. Giuseppe Rosafio, ha partecipato con intensa devozione alla liturgia presieduta dal P. Guardiano del Santuario fra Giuseppe M. Rolli. La cerimonia è stata semplice ma commovente, anche per la menzione storico - culturale che essa ha saputo trasmettere.
Grazie all’associazione “Amici della Grottella”, infatti, sono state ripercorse le ultime tappe processuali che portarono alla Beatificazione e la risposta di giubilo e di folklore popolare cui dettero vita i copertinesi nel 1753, appena informati dell’avvenimento.



Compito questo affidato a due giovani soci “Amici della Grottella”: il dott. Antonio Tondo e la dott.sa Federica Frisenda i quali, in apertura ed a conclusione della Liturgia Eucaristica, hanno saputo egregiamente presentare la testimonianza dello scrittore don Benedetto Verdesca, autore del manoscritto “Historia della Beatificazione del Servo di Dio fra Giuseppe Desa di Copertino, Minore Conventuale 1753”, testimonianza commentata da P. Bonaventura Francesco Popolizio e sintetizzata dal prof. Leo che viene, qui di seguito, riportata:

(in apertura della Liturgia)

1^ voce: Vogliamo rivivere questo momento facendoci guidare da don Benedetto Verdesca, autore del manoscritto “Historia della Beatificazione del Servo di Dio fra Giuseppe Desa di Copertino, Minore Conventuale 1753” e dal commento di padre Bonaventura Francesco Popolizio, tratto dal suo libro “La Città di Copertino, Storia di ieri, cronaca di oggi”. Non appare superflua, nel 1° Capitolo del manoscritto, la sottolineatura con la quale si dichiara, sin da principio, che “le notizie sono state scritte con ogni sincerità, brevità e schiettezza”, al fine di rafforzarne la storicità. Fra Giuseppe Desa fu beatificato dal papa Benedetto XIV, il Cardinale Lambertini, che per anni aveva avuto in mano la Causa. Questi, dopo aver approvato con Decreto del 4 ottobre 1752 i due miracoli proposti per la Beatificazione, il primo in favore di Vittorio Mattei ed il secondo in favore del figlio Stefano, osimani, il 20 febbraio 1753 decretava l’iscrizione di fra Giuseppe nell’Albo dei Beati, con facoltà di esporre le reliquie alla venerazione e di celebrare la messa e l’ufficio. “Da questa unione con Dio, vi si dice tra l’altro, il suo cuore fu rapito dalla divina carità che spesso sfogava in estasi e levitazione. Mentre era ancora ospite della terra, fu considerato cittadino del cielo per il veemente desiderio di Dio.” La Celebrazione solenne di Beatificazione ebbe luogo in S. Pietro, nel pomeriggio del 24 febbraio. Le manifestazioni di giubilo in Copertino per l’avvenimento toccarono l’inverosimile e certamente non sarebbero state credute, sostiene padre Bonaventura Popolizio, se non fossero state raccontate dal testimone oculare don Benedetto Verdesca, figlio di Antonio, proprietario sino al 1754 della stalla dove era nato Giuseppe Desa il 17 giugno 1603.

2^ voce: La notizia della Beatificazione fu portata a Copertino verso la fine del febbraio del 1753 da un corriere speciale venuto da Roma, il quale comunicò che la Sacra Congregazione dei Riti avrebbe mandato a Lecce, per posta ed in tempo ristretto, copia del documento ufficiale in forma di Breve Apostolico. I preparativi per accogliere tale documento furono ferventi da parte dell’Amministrazione, Università; non di minore entità furono quelli da parte del Clero e dei Frati della Grottella. Ognuno ci teneva ad entrare in possesso per primo del Breve Apostolico per poterlo presentare al paese. Dal manoscritto di don Benedetto si legge: “Alli sette del mese di marzo, la mattina a buonissima hora, giorno di mercoledì 1753, si spedirono due corrieri a cavallo in Lecce, uno da parte del pubblico, e questo fu l’esattore Angelo Macchiante, da Monteroni, l’altro per parte dei Padri della Grottella, fra Antonio Pizichicchi, a prendere le lettere di una tale e sì aspettata notizia.” Il primo, nonostante gli ostacoli, a base di intrighi e imbrogli, ebbe la meglio sul corriere inviato dai Frati stessi, e ricevette il Breve dal corriere postale; “quantunque il suono delle campane fu prima quello della Grottella di quello della Chiesa Matrice, atteso che il sacristano Francesco Plantera si era ritrovato a basso accomodando il capo altare ed i ceri per tutta la Chiesa”. Questo, il dato storico.

(a conclusione della Liturgia)

1^ voce: Giunto nei pressi delle mura di Copertino, il corriere dell’Università cominciò a sventolare il cappello con una mano, mentre con l’altra agitava una pergamena. Seguirono gioia e giubilo incontenibili. Quelli dell’Amministrazione, si legge nel manoscritto, spararono i mortari sopra le mura della Porta di Malassiso, prima di quelli della Grottella. Mentre alla Chiesa della Grottella si svolgeva la cerimonia religiosa di ringraziamento alla presenza della comunità e di numeroso popolo accorso dalla campagna, in Copertino i cittadini si recarono alla Matrice, dove erano convenute le autorità ecclesiastiche e civili per il Canto del Te Deum. I Frati, che volevano partecipare alla manifestazione della Chiesa Matrice, mandarono in città il padre Fortunato Cataldi a pregare l’arciprete affinché attendesse il loro arrivo per il Te Deum. L’arciprete acconsentì, ma il sindaco e i preti capitolari lo minacciarono dichiarando che avrebbero fatto intonare il Te Deum dal più anziano dei capitolari qualora egli si fosse attardato. E fu così che l’arciprete per paura del capitolo e dell’Univesità, uscì subito e intonò il Te Deum e, come scrive don Benedetto, “… fu di gran tenerezza di giubilo che tutti piangevano alla Chiesa …”. Il popolo copertinese, non contento delle pubbliche illuminazioni nelle piazze e nelle strade, volle illuminare anche le singole case con lumi o cere.

2^ voce: Tutti i cittadini vollero dare onore al Beato con lo sparo di mortari davanti alle loro case. Sino alle cinque, alle sei della notte era impossibile poter decifrare qualsiasi parola all’interno delle case, tanto era elevato il rumore di giubilo proveniente dall’esterno. Ciò perdurò per tre giorni e per tre notti continue, se pure si potranno dire notti, “… tanto era Cupertino in lume chiaro …”. I festeggiamenti religiosi ufficiali nella Chiesa Matrice, il cui altare fu addobbato con fiori, argenteria e con 40 lumi di cera, durarono fino a venerdì 30 marzo e la loro conclusione, racconta don Benedetto “… riuscì per grazia di Dio e del Beato, con indicibile gaudio e pompa …”. I fuochi non mancarono mai; “… la mattina del 30 marzo, all’alba, il capitolo faceva lo sparo di cento mortaretti che equivalevano per mille mascoli. I castellani, per parte loro, oltre ad illuminare a giorno tutto il Castello, fecero sparare sulle mura della cittadina la bellezza di centocinquanta mortaretti, pari a millecinquecento mascoli. Cupertino non capiva in se stesso per il giubilo che sentiva per detta Beatificazione. …”. All’entusiasmo del Clero secolare e del popolo, fece eco l’entusiasmo dei Frati Minori Conventuali, confratelli del Beato Giuseppe. Sia nella Chiesa di san Francesco, sia in quella di Santa Maria della Grottella si svolsero numerose cerimonie liturgiche con processioni e luminarie, specie alla Grottella. I conventuali resero onore così a Colui che era gloria e vanto, non solo della Provincia Francescana Pugliese, ma di tutto l’ordine francescano.

Durante l’omelia, il Celebrante p. Giuseppe M. Rolli ha spiegato alcuni passi della “Parola del giorno” ed ha evidenziato il modo con cui essi sono stati vissuti dal frate copertinese per poter arrivare a diventare Beato e poi Santo. La S. Messa è stata accompagnata dal sempre più qualificato Coro del Santuario San Giuseppe “Perfetta Letizia”, guidato dall’ing. Mirko Manca e dalla musicista dott.sa Paola Dell’Anna.
La celebrazione della commemorazione si è conclusa con fuochi d’artificio accesi nello spazio antistante il Santuario, ad opera del Comitato Festa, già iniziati nelle prime ore del giorno.
L’Associazione “Amici della Grottella” e i Frati Minori Conventuali ringraziano quanti hanno collaborato per la rivisitazione di questo momento josefino.

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